Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Si celebra oggi la Giornata Europea e Mondiale contro la Pena di Morte. Dichiarazione congiunta dell’alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e del segretario generale del Consiglio d’Europa.

In occasione della giornata europea e mondiale contro la pena di morte, il Consiglio d’Europa e l’Unione europea (UE) ribadiscono la loro ferma opposizione alla pena capitale, sempre e comunque. La pena di morte è un affronto alla dignità umana e rappresenta un atto crudele, disumano e degradante, contrario al diritto alla vita. La pena di morte non ha alcun effetto deterrente accertato e rende irreversibili gli errori giudiziari.

Tutti gli Stati membri dell’UE e del Consiglio d’Europa hanno abolito la pena di morte. L’abolizione nella legislazione o nella pratica è una condizione preliminare per l’appartenenza al Consiglio d’Europa e l’assoluto divieto della pena di morte, in tutte le circostanze, è sancito dai protocolli n. 6 e n. 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Invitiamo gli Stati europei che non lo hanno ancora fatto a ratificare tali strumenti.

Ribadiamo inoltre il nostro appello alle autorità della Bielorussia, l’unico paese nel continente europeo che ancora applica la pena di morte, a introdurre una moratoria quale passo decisivo verso l’allineamento del paese alle norme paneuropee.

A livello globale, il Consiglio d’Europa e l’UE continueranno ad adoperarsi per l’abolizione della pena di morte. Sosterremo la prossima risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite relativa a una moratoria sul ricorso alla pena di morte e alla fine del febbraio 2019 l’UE e il Belgio ospiteranno a Bruxelles il 7º Congresso mondiale contro la pena di morte.

In attesa dell’introduzione di una moratoria, il Consiglio d’Europa e l’UE esortano i paesi che applicano ancora la pena di morte a commutare le condanne a morte rimanenti in pene detentive e, in ogni caso, ad assicurare che le condizioni di detenzione ripettino la dignità umana. In linea con il diritto internazionale, tali paesi non devono procedere a esecuzioni su minori, donne in gravidanza o persone affette da malattie mentali o disabilità intellettive. Inoltre, non può essere giustificato il ricorso alla pena di morte nei confronti di persone condannate per reati economici o di persone che sono state loro stesse vittime di gravi reati quali lo stupro coniugale e i cui atti – motivati da una reale legittima difesa – provocano la morte accidentale di un terzo. Gli Stati membri dovrebbero astenersi dal sostenere, tramite assistenza giudiziaria reciproca o altre forme di cooperazione, le politiche in materia di droga dei paesi in cui i reati connessi agli stupefacenti sono punibili con la pena di morte.

Gli Stati membri dovrebbero continuare ad adottare misure efficaci per prevenire il proprio coinvolgimento, anche indiretto, nel ricorso alla pena di morte da parte di paesi terzi, ad esempio mediante l’adozione di misure volte a prevenire gli scambi di merci che potrebbero essere successivamente utilizzate per le esecuzioni. In tale contesto, il Consiglio d’Europa e l’UE continueranno a promuovere l’Alleanza globale per porre fine al commercio di merci utilizzate per la pena di morte e la tortura.

 

 

Comunicato stampa n. 557/18

 

  • Tag:
  • N