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Storia

L’Italia è stata tra i primi paesi a stabilire rapporti diplomatici con l’Arabia Saudita, a seguito della fondazione del Regno nel 1932. A fronte del riconoscimento italiano del Regno e della firma di un Trattato bilaterale di amicizia, fu aperta la prima Rappresentanza diplomatica italiana a Gedda. Già nello stesso 1932, ebbe luogo la prima visita ufficiale da parte di un esponente della Corte saudita con l’allora Principe Faisal Bin Abdulaziz Al Saud (futuro Re dal 1964 al 1975), che si recò a Roma per lo scambio delle ratifiche del Trattato di amicizia. Una seconda visita seguì nel 1935, guidata dal Principe Ereditario Saud, con l’obiettivo di stabilire accordi nel settore aeronautico e ricercare intese in campo automobilistico. Erano del resto gli anni in cui l’Italia fascista ricercava un’apertura diplomatica verso il contesto arabo e tentava di alimentare in funzione anti-britannica l’interesse con cui i movimenti nazionalisti mediorientali e le nascenti monarchie, come quella saudita, guardavano all’Italia.

Con lo scoppiare della seconda guerra mondiale, tuttavia, i rapporti diplomatici tra i due paesi si interruppero sotto la pressione dell’Impero britannico, che manteneva una presa politica e militare su tutto il quadrante del Golfo persico. Furono ristabiliti nel 1947 in quanto, nelle parole del Re saudita Abdulaziz, l’Italia era un Paese verso il quale l’Arabia Saudita aveva sempre “alimentato sentimenti di sincera amicizia”.

Nel 1951 è stata aperta la Rappresentanza diplomatica saudita a Roma e si instaurarono rapporti economico-commerciali, che al loro inizio furono caratterizzati dalla fornitura a dono di sei aeroplani Caproni, l’avvio di esportazioni alimentari e l’ipotesi di introdurre nel regno automobili e veicoli industriali Fiat. In uno scenario internazionale profondamente mutato, con l’emergere del mondo bipolare ed il crescente partenariato tra Arabia Saudita e gli Stati Uniti legato allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi, si consolidò l’interscambio italo-saudita lungo un binario, tuttora operativo, contraddistinto da una significativa importazione di petrolio ed esportazione di macchinari strumentali per l’industria e la produzione di beni di consumo.

Negli anni sessanta e settanta la volatilità internazionale nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, scossi dalle guerre arabo-israeliane, ha indotto – per motivi delicati e complessi derivanti tra l’altro dalla necessità di garantire la sicurezza e l’approvvigionamento energetico dell’Italia – i Governi italiani a perseguire una politica di attento equilibrio tra i vari attori e a promuovere iniziative di dialogo per la stabilità della regione. Fu in quegli anni Aldo Moro a porsi come principale promotore della “diplomazia dell’amicizia” intesa come modello italiano di relazioni con il mondo arabo, fondato sulla cooperazione paritaria e sul reciproco rispetto, scevro da pregiudizi politici, ideologici e religiosi.

Negli anni ottanta e novanta, Italia e Arabia Saudita svilupparono visioni convergenti riguardo la risoluzione delle crisi, che in quel periodo attanagliarono il Medio Oriente, dal conflitto tra Iraq e Iran all’instabilità in Libano, fino alla prima guerra del Golfo, quando i due Paesi parteciparono entrambi alla coalizione internazionale per rispingere l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq. Da qui si sviluppò una cooperazione più stretta a livello diplomatico, militare ed economico, che portò alla firma di un Memorandum d’Intesa a Riad nel 2000, in base al quale le relazioni tra i due Paesi furono impostate in un quadro di regolari e strutturate consultazioni.

Con il nuovo millennio ed i tragici attentati contro gli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, si è assistito ad una reimpostazione dei rapporti con i partner del Medio Oriente e con l’Arabia Saudita nel solco della quale una fondamentale importanza è stata attribuita alla cooperazione nel campo della lotta al terrorismo e all’estremismo di matrice jihadista. In questo contesto, l’Arabia Saudita ha continuato ad apprezzare l’equilibrio di vedute che ha marcato la diplomazia italiana, rispetto ad esempio al conflitto israelo-palestinese, e la postura costruttiva con il dispiegamento di contingenti militari a sostegno della stabilizzazione dell’Iraq, del Libano e dell’Afghanistan.

L’intreccio di relazioni tra i due Paesi continua ad alimentarsi anche grazie alla presenza della comunità italiana, storicamente radicata a Gedda, ove vi è anche una scuola italiana, e alla costante crescita di investimenti in Arabia Saudita da parte di importanti attori economici italiani, non più solo limitati al settore degli idrocarburi e dell’infrastrutture energetiche ma anche al campo dell’ingegneria civile, sanità, moda e ristorazione.